La vita Claustrale


La vita Claustrale


Il lavoro manuale e lo studio

Quanto è stato illustrato finora sul monastero di S. Grata, sotto il profilo della sua storia, della sua struttura architettonica, dei valori culturali ed artistici che racchiude, sarebbe un quadro incompleto se non si aggiungesse un discorso sulla vita interna che qui si conduce: vi è qualcosa di pulsante, un “alito vitale” che lo ha accompagnato lungo i secoli della sua esistenza fino ad oggi.

La giornata delle monache è distinta tra preghiera, lavoro manuale e studio, vita di comunità.

Una giusta proporzione tra queste singole occupazioni garantisce un equilibrio fisico e psichico alla religiosa: la Regola benedettina ha sempre curato il buon ordine nella vita dei singoli membri della comunità. L’esistenza è materialmente austera, ma compenso di questa rigorosa disciplina è la pace interiore.

Il sonno notturno di sette ore e la dieta estremamente semplice sono di norma sufficienti per mantenere le monache in buona salute per molti anni e la tradizione dice che esse muoiono in tarda età. Le monache di S.Grata, O.S.B. (Ordine di S.Benedetto), pronunciano al momento della loro professione solenne la formula: “…faccio Voto per sempre di stabilità, di conversione dei miei costumi e di ubbidienza, promettendo al Signore di vivere in povertà evangelica e castità perfetta, secondo la Regola del S.P. Benedetto e le Dichiarazioni di questo Monastero…”.

L’intero significato della vocazione monastica è assommato in detti Voti, che rappresentano i mezzi per consacrare la propria vita a Dio. Quando l’aspirante entra in monastero, trascorre il primo anno come tempo di provazione nel quale apprende i primi rudimenti di vita cenobitica. Nel secondo anno, come Novizia, si confronta con la comunità per un reciproco studio, approfondisce la Regola e la Liturgia, impegnandosi ad uno stato di vita più completo. Essa non ha voce attiva, perché non partecipa ai Capitoli per prendere decisioni e gode di tutti i privilegi, indulgenze, grazie spirituali concesse alle monache professe di Voti solenni. Alla fine del secondo anno la Novizia riceve l’abito, il nuovo nome ed emette i “Voti temporanei” per 3 anni, dopo i quali la giovane è libera di ritornare nel mondo o di pronunziare i “Voti perpetui”, purché la comunità la accetti e la ammetta alla professione solenne.

Con ciò la vovente consacra tutta la propria esistenza a Dio nel monastero, ricevendo come pegno un breviario, la cocolla per Coro e un anello d’oro con l’immagine del Crocifisso, simbolo della partecipazione della monaca al Mistero delle nozze di Cristo e della Chiesa.-

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